Sezione Ottocento e Novecento - Terza sala

UGO BACCHETTA                                                                                                          

(1930-2005)

Nato a Crema il 17 aprile 1930, vi muore il 22 aprile 2005. Gravemente colpito nel fisico da una tubercolosi ossea infantile, è persona schiva e riservata, dedita interamente alla pittura. Opera scelte radicali: si tiene lontano dal mercato, nonostante le numerose proposte avute in vita, al fine di mantenere la libertà espressiva; conduce una vita dallo stile monastico, pur non essendo religioso, per profonda convinzione (“la nostra esistenza costa alla Vita, dobbiamo costare il meno possibile”); rifiuta di esporre le proprie opere per preservare la propria intimità (“se faccio una mostra mi tiro in casa tutti”). E’ inoltre molto critico nei confronti della proprie opere e per questo la sua produzione è assai limitata.

 

 

 

GIANETTO BIONDINI                                                                                                  

(1920-1981)

Nato a Crema il 21 febbraio 1920, vi muore il 21 settembre 1981. Nel 1942 frequenta l’Accademia Carrara di Bergamo. Nel 1950 si trasferisce per qualche tempo a Roma e frequenta lo studio di Carlo Martini. Nel 1957 organizza la sua prima mostra personale a Cremona, cui ne seguono moltissime altre in tutta Italia e a Zurigo. Partecipa alla XX Biennale di Milano, al premio Sanremo, al Premio nazionale “Il Po di Piacenza”, all’Esposizione annuale permanente di Milano e al premio nazionale “Tettamanti”.

 

 

FEDERICO BORIANI                                                                                                      

(1920-2011)

Nato a Milano il 24 febbraio 1920. Risiede a Crema fino al 1973, quando decide di trasferirsi a Pianengo, dove muore il 22 luglio 2011. Riceve i primi insegnamenti dal pittore Romano Colombo e dallo scultore Achille Barbaro. Giovanissimo, entra a far parte del laboratorio scenografico di Bertini e Pressi e, contemporaneamente, frequenta la Regia Accademia di Belle Arti della Scuola degli artefici di Brera. Nel 1943 consegue la maturità artistica presso la stessa Accademia e si iscrive alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Nel 1949 collabora con lo Studio d’Arte Applicata di via Meravigli, sempre nel capoluogo lombardo, occupandosi di grafica pubblicitaria. Nel 1959 insegna storia del costume e vetrinistica in un corso di avviamento professionale a Crema. Dal 1970 al 1972 svolge la sua attività a Parigi. Nel 1997 viene insignito dell’onorificenza di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici. Nel 2006 il Museo civico di Crema e del Cremasco cura l’organizzazione e l’allestimento, nella sala Pietro da Cemmo, di una mostra antologica a lui dedicata.

 

 

AMOS EDALLO                                                                                                                   

(1908-1965)

Nato a Castelleone il 12 luglio 1908, muore a Crema il 20 maggio 1965.Nel 1930 si iscrive all’Accademia di Brera, dove si diploma in scultura nel 1935. Nel 1937, insieme con i più grandi scultori dell’epoca, viene scelto per rappresentare l’Italia all’Esposizione universale di Parigi. Nel 1940 si laurea in architettura a Milano.Nel 1947 è nominato dirigente della Divisione urbanistica del Comune di Milano, dove rimane sino al 1960. Qui realizza il nuovo Piano regolatore generale della città ambrosiana (1953). Tra i vari incarichi da lui rivestiti si ricordano quello di relatore di diversi Congressi nazionali ed internazionali, membro effettivo dell’Istituto nazionale di urbanistica, ispettore onorario della Sopraintendenza ai monumenti per le province di Verona, Cremona e  Mantova, presidente del Centro Studi di urbanistica rurale e costruttore di nuove chiese in Lombardia. Dalla metà degli anni Cinquanta si occupa del restauro della Cattedrale di Crema e del Convento di Sant’Agostino, rendendolo sede della Biblioteca comunale e del Museo civico di Crema e del Cremasco. Compie numerosi restauri di chiese ed è autore di pubblicazioni fra cui: Ruralistica, Urbanistica Rurale con particolare riferimento alla valle padana (Milano, 1947); Piani Regolatori. Tecnica e jure dei Piani Regolatori in Italia e all’estero ( Milano, 1951).

 

 

CARLO FAYER                                                                                                                   

(1924-2012)

Nato a Ripalta Cremasca l’8 ottobre 1924, vi muore il 27 gennaio 2012. Compie gli studi presso l’Accademia Carrara di Bergamo. Si aggiudica il premio “Ponziano Poverini” per la pittura e la medaglia d’oro “Gianni Remuzzi” per la scultura. Nel 1943 tiene, in collaborazione con gli amici Biondini e Boriani, la prima personale a Crema. Inizia la vera e propria attività espositiva nell’immediato dopoguerra, partecipando alle prime manifestazioni artistiche. Il 4 agosto 1947 gli viene assegnato il premio “Lovere” al concorso nazionale Iseo. In questo periodo risiede in Liguria, dove si guadagna da vivere come affreschista e, in collaborazione con Gianetto Biondini, affresca la chiesa di S. Cipriano Nuova in Calvisio (SV). Nell’agosto del 1951 espone su invito al premio nazionale “Elusone”.  Nel 1959 la giuria del premio “Carroccio”, presieduta da Aldo Carpi, segnala una sua opera e nel settembre dello stesso anno è fra i cento pittori invitati ad esporre al premio nazionale “Valcamonica”, dove la giuria gli assegna il premio “Bisogne”. Nel 1961, al premio nazionale “Cento torri” di Ascoli Piceno, gli viene assegnata una medaglia d’oro, partecipa al premio “Tettamanti” a Milano, all’interregionale di Cremona e al nazionale “Luoghi verdini”, dove viene premiato. Nel 1962 è invitato a partecipare al  9° premio “Acitrezza”, al premio “Gardone-Salò”, all’interprovinciale “Città di Treviglio” e all’interregionale “Cremona 62”.Con gli anni si fanno sempre più numerose ed importanti le mostre, personali e collettive, a cui partecipa in tutta Italia e in tutta Europa: ne tiene Crema, Milano, Bergamo, Cremona, Mantova, Urbino, Ferrara, Palermo, Zurigo, Salamanca, Madrid, Barcellona, Dusseldorf, riscuotendo un vivo successo di critica e di pubblico. Numerosi i premi ricevuti tra i quali la medaglia d’oro al premio nazionale “Trivero”(1964), il 1° premio (ex-aequo) al concorso nazionale “Il Po”, il 2° premio alla quarta mostra nazionale di pittura a Castelleone e la Medaglia d’oro al premio “Città d’Imperia”.

 

FEDERICA  GALLI                                                                                                             

(1932-2009)                                                                                                                                    

Nata a Soresina il 15 agosto 1932 e morta a Milano il 6 febbraio 2009. Nel 1946 convince i genitori a iscriverla al Liceo artistico a Milano e nel 1950 all’Accademia di Belle Arti di Brera. Inizia una fitta serie di viaggi culturali che la portano nelle maggiori capitali europee e in paesi dalla tradizione incisoria meno radicata. Conosce gradatamente tutti i campi della grafica, dal disegno al pastello, dalla litografia all’acquaforte, che è la sua attività principale. Sin dalle prime mostre personali (la prima a Milano nel 1960) attira il consenso sia del pubblico sia della critica. Partecipa a premi e concorsi, ottenendo significativi riconoscimenti. Fra gli altri, alla Biennale dell’Incisione di Venezia (qui nel 1961 una sua opera viene acquistata da due musei americani e nel 1963 ottiene il terzo premio), a Suzzara, dove ottiene due premi nel 1962 e nel 1964 ed alla Biennale di Milano del 1965, dove vince il Premio “Bagutta - Orio Vergani”. Nel 1967 e nel 1969 vince il premio “Città d’Imperia” per il bianco e nero; nel 1968 vince il primo premio alla mostra internazionale di grafica a Como a Villa Olmo, a Milano il primo premio “La Maternità” per la grafica e nel 1970, alla Biennale Internazionale di grafica di Firenze, ottiene il premio “Raoul Dufy”. Ottiene inoltre significativi riconoscimenti istituzionali: espone infatti alla Fondazione Cinidi Venezia(1987) con la raccolta dedicata alla città lagunare; al Museo Civico di Palazzo Tea Mantova(1987); al Castello Sforzesco di Milano (1988); negli Archivi Imperiali della Città Proibita, galleria Wang Fung (1995). Annovera fra i suoi collezionisti uomini di cultura, italiani e stranieri: fra questi, i più conosciuti sono Dino Buzzati, Leonardo Sciascia, François Mitterrand.

 

SIGISMONDO MARTINI                                                                                                     

(1883-1959)

Nato a Crema il 21 giugno 1883 e morto a Milano  il 24 settembre  1959 .  Frequenta la scuola serale di disegno condotta da Angelo Bacchetta a Crema; a sedici anni si trasferisce a Milano dove, con la raccomandazione del pittore cremasco Mario Chiodo Grandi, insegnante a Brera, inizia a collaborare con il professor Comolli in qualità di garzone e, nel contempo, frequenta la Scuola serale degli artigiani presso l'Accademia di Brera, passando poi alla Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello  Sforzesco di Milano.
Molteplice è l'attività artistica del Martini: decoratore, pittore, insegnante e  architetto. Progetta e dirige la costruzione di più di tremila locali ed alcune cappelle al Cimitero Monumentale di Milano.
Come artista esegue affreschi nella chiesa di Bottaiano e di Zappello e si dedica anche all'acquarello.

 

GIUSEPPE PEROLINI                                                                                                      

(1925-2011)

Nato a Crema il 24 settembre 1925, vi muore il 3 novembre 2011. Sorretto da vera vocazione, sente fin da ragazzo un particolare interesse per il disegno e la pittura. Studia prima sotto la guida di valenti insegnanti, tra cui il maestro Felisari, poi all’Accademia delle Belle Arti di Brera, con i maestri Carpi, Cantatore e Disertori, ottenendo la borsa di studio dell’Accademia per il biennio 1955–56; dal 1960 al 1967 insegna nella Scuola media statale, in seguito al Liceo artistico di Brera. E’ invitato a varie rassegne internazionali digrafica epittura in Bulgaria, Romania, America del Nord, a Berlino ed a Washington, oltre ad esporre nell’ambito di diverse mostre e rassegne a livello nazionale. Nel 1960 riceve il premio nazionale “La Grafica italiana d’arte” di Cremona e cinque anni più tardi gli viene assegnata, per l’attività svolta in campo artistico, una pergamena del premio “Europa Arte” di Bologna.
È membro onorario dell’Accademia Tiberina di Roma. Nel corso degli anni Settanta allestisce numerose mostre personali, sia a Crema, dove si concentra in modo particolare la sua attività, che nazionale. Prende inoltre parte a numerose collettive, vincendo nel 1973 il primo premio con medaglia d’oro alla rassegna internazionale “Settimana d’arte contemporanea – Varese arte 1973”. Nel corso degli anni Ottanta, è due volte insignito del premio “Cadorago Lario” (fuori concorso) nell’ambito della manifestazione collettiva internazionale di Villa Olmo (Como).